Il
Castello Estense, detto anche Castello di San Michele, fu commissionato nel 1385 all'architetto
Bartolino da Novara dal marchese
Niccolò d'Este, esponente della famiglia che dominava
Ferrara già dal 1264, il quale necessitava di una fortezza in cui rifugiarsi in seguito alle rivolte della popolazione ridotta alla miseria.
Il maniero, a pianta quadrata, circondato da un fossato con ponti levatoi, fu realizzato sulla preesistente Rocca situata a nord della città, inglobando l'antica
Torre dei Leoni e aggiungendo altre tre Torri quadrate angolari: la
Torre di Santa Caterina, quella di
San Paolo e la
Torre Marchesana.
Nel periodo rinascimentale, il Castello subì diverse modifiche per trasformarlo in residenza ad opera di
Ercole I e della moglie
Eleonora d'Aragona, poi di
Alfonso I e dei suoi successori, che ingaggiarono artisti del calibro di
Tiziano,
Raffaello e Bellini. L' ala occidentale fu interamente ricostruita dopo l'incendio del 1554 ed altri lavori vennero affidati agli architetti
Giordano da Carpi prima, ed
Alberto Schiatti poi, in seguito al devastante terremoto del 1570.
Nel 1598, in mancanza di un erede legittimo, gli
Estensi furono costretti ad abbandonare la città, ed il Castello passò allo
Stato Pontificio, il quale lo occupò fino al 1859.
Dal 1874 è di proprietà dell'
Amministrazione Provinciale che lo acquistò ad un'asta.
La visita comincia dal
Cortile che nel 1577 venne affrescato con la genealogia della famiglia Estense, dipinta su cartoni da
Pirro Ligorio. Il
Piano Terra, rialzato rispetto al Cortile, ospita un susseguirsi di Sale con copertura in volte a crociera, dedicate alla storia del Castello, del territorio e all'ascesa della famiglia Estense.
Si giunge poi alle
Cucine ducali realizzate ai primi del '500 per volere di
Alfonso I sulle fondamenta dell'antica
Porta del Leone. A testimonianza della destinazione d'uso di queste Sale, restano due prese d'aria quadrate per il grande camino a tutta parete.
I sotterranei della Torre dei Leoni, erano adibiti a
Prigioni. Qui furono rinchiusi personaggi di alto rango, come testimoniano i graffiti rinvenuti sui mattoni delle pareti, fra i quali
Ugo e Parsina, protagonisti di una tragedia d'amore. Figlio e moglie del marchese
Niccolò III, i due giovani s'innamorarono e, scoperti, nel 1425 furono condotti al patibolo.
Il Primo Piano, con ampie gallerie che uniscono le torri è il
Piano Nobile, con gli appartamenti ducali.
Il
Giardino pensile degli Aranci, realizzato dall'architetto
Biagio Rossetti, circondato da un muretto merlato, risale al 1531 e assunse le forme attuali sotto Alfonso I, come testimonia l'insegna personale con la "granata svampante" scolpita sui capitelli della loggia con le quattro arcate a tutto sesto.
La prima Sala del Piano Nobile è il
Camerino dei Baccanali di Alfonso II, facente parte dell'
Appartamento dello Specchio, dedicato all'esposizione di opere d'arte. La Sala presenta pitture che hanno per tema i Baccanali, come il Trionfo di Bacco e la Vendemmia, attribuiti alla famiglia
Filippi,
Camillo e i figli
Cesare e Sebastiano detto il Bastianino.
Presso la
Torre dei Leoni, c'è la Cappella privata realizzata da
Alessandro Balbi nel 1590. Ornata di preziosi marmi policromi, la Cappella, apparentemente priva di immagini sacre, era nota anche come
"Cappella di Renata di Francia", madre di
Alfonso II e fervente calvinista. L'ambiente è decorato con ghirlande di fiori su fondo oro, opera di
Giovan Battista Rosselli, e medaglioni ovali in cui è raffigurato l'emblema estense (aquile bianche ad ali spiegate). Il restauro ha riportato inoltre alla luce gli affreschi cinquecenteschi di
Giulio Marescotti.
La
Sala dell'Aurora, conosciuta nel '500 come
Camera dello Specchio, dava il nome all'appartamento di rappresentanza di Alfonso II. Nella volta è raffigurato, in modo allegorico, il Tempo nell'Universo.
La
Saletta dei Veleni presenta invece una decorazione più moderna che esalta gli ideali patriottici del regime, realizzata nel 1926 dal pittore ferrarese
Carlo Parmeggiani.
Da un piccolo ambiente che funge da anticamera si accede al
Salone dei Giochi, dalla volta affrescata con le arti ginniche, salone d'onore in cui venivano accolti gli ospiti illustri.
Attorno alla
Torre di Santa Caterina, Ercole II realizzò il proprio
Appartamento detto "della Pazienza", completamente trasformato dai cardinali che subentrarono al governo nel 1598. L'aspetto attuale degli ambienti risale alla prima metà del Novecento.
Interessanti anche la
Sala di Ettore e Andromaca dal soffitto affrescato con scene dell'Iliade, realizzati nel 1816 dai pittori
Bregola e Scutellari; la
Sala della Galleria, una delle più importanti del Castello, voluta da Ercole II e decorata con carte ed affreschi delle città facenti parte del ducato; la Sala del Governo, dal ricco soffitto ligneo a lacunari di diverse forme con decorazioni pittoriche policrome, e la
Sala della Devoluzione, detta anche
Sala Rossa dal fregio che la attraversa, caratterizzata da un soffitto dipinto a grottesche con quattro scene a soggetto storico.
Da non dimenticare la
Sala degli Stemmi, con gli emblemi dei pontefici, dei cardinali e delle famiglie dei Prefetti del Regno d'Italia; la
Sala delle Geografie, o
Sala Marchesana, dal soffitto a padiglione con lunette laterali con decorazioni ottocentesche e due lapidi che ricordano le visite di
Garibaldi e del re
Vittorio Emanuele III, e la
Sala dei Comuni, dove si riunisce il
Consiglio della Provincia di Ferrara, splendido esempio di art déco con le sue specchiature a mosaico di ceramica che raffigurano gli stemmi dei Comuni della Provincia.
Il duca Alfonso I, nel '500 fece realizzare un ponte di collegamento fra il
Palazzo Ducale di Ercole I ed il Castello, e vi situò i celebri
"Camerini di Alabastro", sedi della sua preziosa raccolta d'arte.
Lo splendore del Castello, uno dei pochi in Europa circondato da un fossato ricolmo d'acqua, ha richiamato anche celebri registi che lo hanno utilizzato come set cinematografico, come
Vittorio De Sica nel "Giardino dei Finzi Contini".
Tanti gli eventi e le mostre organizzati nel maniero, come "Omaggio al Duca", con sbandieratori, dame e cavalieri che daranno vita ad una suggestiva cerimonia ad ingresso libero nel cortile interno del Castello, in programma le domeniche di aprile e il 1° maggio, e la Caccia al Tesoro, nel mese di agosto.
A cura della Redazione di ItaliaParchi.it
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